DA GINEVRA A BASILEA 2019 - LE FIERE DELL'ANNO

Anno nuovo, nuove fiere, nuovo SIHH.

In un 2019 scosso da grandi movimenti, con l'annuncio bomba di Nick Hayek che la sua Swatch Group diserta per la prima volta Baselworld, Ginevra è rimasta un caposaldo del mondo dell'orologeria come eravamo abituati a conoscerlo.

In un momento storico in cui i brand svizzeri storici stanno attraversando una fase di grande fermento e trasformazione, un pochino di certezze di certo non fanno male al settore!

Ma veniamo alla fiera.

Al di là dell'impatto con un ambiente raffinato e mai banale, ed una ricercatezza nell'allestimento degli stand sempre più interessante ed attento al design, la sensazione generale è che non ci siano grandissime originalità, a livello di prodotto. Quello che si nota, invece, sull'onda lunga dei grandi cambiamenti che stanno interessando la distribuzione e la vendita multicanale, è una maggiore attenzione da parte di tutti al servizio che viene dato a chi compra un segnatempo di lusso. A partire dall'esperienza di acquisto, sulla quale si sta puntando molto anche con l'utilizzo di nuove tecnologie, come la realtà virtuale attualmente in fase di test da parte della Ulysse Nardin, o la nascita di un'applicazione mobile in grado di riconoscere un orologio a partire da una sua foto, e mostrarne in tempo reale caratteristiche tecniche e prodotti correlati. Un intero stand, gestito della Fondazione dell'Alta Orologeria, è dedicato a come le nuove tecnologie nel comparto wearable e nei supporti informatici alla vendita stiano cambiando il modo di fare shopping in un modo molto dinamico e poco prevedibile.

Per quanto riguarda gli orologi, si notano due tendenze interessanti, che altro non sono che due ritorni storici già visti in passato, che sono l'utilizzo delle casse in bronzo, legato ad un tocco vintage che riscuote ancora parecchio successo fra i designer, e dei quadranti blu, che ritornano prepotentemente di moda.

 

IWC lancia una serie di orologi da pilota Top Gun, dedicati in particolar modo all'aviazione militare, e fra i diversi modelli in collezione scegliamo il modello Mojave Desert, in edizione limitata di 500 pezzi, molto particolare per questa scelta di colori neutri che richiamano alla sabbia ed al khaki, con un quadrante dai toni più scuri. Il calibro di manifattura e la lavorazione molto particolare della cassa e della lunetta, in ceramica, completano l'opera di questo segnatempo sportivo e audace.

 

In casa Jaeger Le-Coultre, invece, scegliamo di celebrare la grandissima sapienza artigiana di uno dei brand più prestigiosi del mondo con un modello veramente degno delle prime pagine della stampa di settore: un complicato Master Grande Tradition Gyrotourbillon Westminster Perpetuel. Il nome dice tutto, ma è a guardarlo che si rimane estasiati: l'integrazione del calendario perpetuo, del tourbillon giroscopico e dell'impianto della ripetizione minuti, che suona sui toni dell'Abbazia di Westminster, risulta estremamente piacevole allo sguardo e priva di difetti. Complimenti.

 

Terminiamo la breve carrellata con un cenno all'orologio più originale di tutta la fiera, un semplice classico di Ulysse Nardin, impreziosito però da un disegno esclusivo del grande Mino Manara, uno dei re del fumetto erotico italiano. A dimostrazione che ancora oggi si può essere originali, in un settore che vanta una storicità ed un attaccamento alle tradizioni con pochi rivali nel mondo intero.


Veniamo ora a Baselworld 2019, che è stata, senza alcun dubbio, la fiera del cambiamento.

La prima fiera, innanzi tutto, in cui un colosso come Swatch Group non ha presenziato con nessuno dei suoi marchi (che annoverano dei giganti dell'orologeria svizzera come Swatch, Omega, Breguet, Longines, Blancpain, e molti altri), lasciando un vuoto concretamente sensibile.

E non è solo una questione di spazi, dato che quest'anno, al posto degli ingombranti stand di Omega, Longines ed altri top brand del gruppo c'era una sorta di giardino Zen, a riprova di quanto fosse impossibile rimpiazzarli con altri nomi di egual valore. La fiera ha diminuito i padiglioni espositivi, chiudendo definitivamente l'area 2 e spostando alcuni importanti marchi di gioielleria al piano di sopra, cercando di riempirlo in un modo più funzionale, e questo non ha fatto altro che alimentare una sensazione generale di spaesamento.

 

Ovviamente, le novità e la bellezza non sono mancate. Anzi.

Breitling ha presentato, in seguito al riposizionamento strategico che sta vivendo in questi ultimi anni (complice anche l'insediamento di una personalità esuberante quale quella di Georges Kern come CEO), una rivisitazione di uno dei suoi modelli più di successo, la SuperOcean. Ne ha semplificato il quadrante, e dato un tocco ancora più sportivo ed audace, e siamo convinti che riscuoterà successi anche fra i più eleganti. Degni di nota sono anche un modello celebrativo di un aereo iconico come il Curtiss P40 Warhawk, e la riedizione fedelissima di un modello Navitimer del 1959, un pezzo che ha fatto la storia dell'aviazione tanto quanto dell'orologeria.

 

Bulgari, come ci ha abituato da qualche tempo a questa parte, si è superata di nuovo in termini di orologi: ha infatti presentato il quinto record mondiale di cui si può fregiare la collezione Octo Finissimo della sua manifattura, il cronografo più sottile al mondo. Un pezzo incredibile, e non solo per le ardite soluzioni tecniche che hanno consentito di raggiungere lo spessore di appena 6,9 mm, come il rotore periferico in acciaio e platino. Il peso incredibilmente leggero, dovuto alla cassa ed al bracciale in titanio, fa da contorno ad una forma e un design che appare audace, ma allo stesso tempo morbido alla vista, ed insieme fanno sì che una volta al polso si faccia molta fatica a liberarsene. Ma non è finita qui, Bulgari continua a sorprendere con il lancio di una variante di un loro orologio assolutamente iconico, il Serpenti. E' infatti di quest'anno il nuovo bracciale, in acciaio o oro, modellato astutamente come le squame di un sinuoso e sensuale serpente, riuscitissimo nel dare forma e continuità alla luce che riflette, specialmente nella versione in oro.

 

L'attenzione che moltissime marche stanno rivolgendo agli orologi sportivi ha contagiato anche TAG Heuer, che quest'anno presenta un rinnovamento di una sua collezione iconica, Autavia, in una veste tutta nuova. Un nuovo movimento, dotato di un bilanciere di ultimissima generazione brevettato per l'occasione, un quadrante dal sapore vintage che tanto appassiona i designer contemporanei, la possibilità di cambiare cinturino o bracciale con un semplice click, ed il fondello decorato con due simboli che ricordano il mondo dell'aviazione e dell'automobilismo. Il sunto dell'orologeria moderna, insomma: importanti dediche al passato ed alla tradizione, in una veste tecnologica all'avanguardia, ma con tutta la praticità che il giorno d'oggi richiede.
Il 2019 è anche un anniversario importante per TAG Heuer, ovvero il cinquantesimo anniversario del suo segnatempo certamente più famoso, il Monaco, e molte saranno le sorprese per celebrare il compleanno di un orologio tanto iconico.

 

La fiera, come spesso accade, ha portato anche la possibilità di entrare in contatto diretto con alcuni esperti e commercianti di pietre preziose, e mai come quest'anno ci sono state proposte gemme di grandissimo valore, fra cui una coppia di rubini di eccezionale qualità ed un buon numero di diamanti colorati purissimi, rari quanto incredibilmente belli. Segno, probabilmente, che il mercato sta acquisendo sempre maggiore interesse, e quindi valore medio.

 

Insomma, di certo non una fiera come le altre. Ma vi assicuriamo, nonostante qualche rapida gita a Zurigo di cui si parlerà molto in futuro, che di certo ne è sempre valsa la pena!

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