IL FUTURO DEGLI OROLOGI E' SMART?

Inutile nascondersi ormai: lo smartwatch sta diventando, da strano gadget tecnologico di cui non si sentiva la mancanza, un oggetto sempre più comune ed utilizzato a tutti i livelli.
Pratico e comodo per lo sportivo attento a monitorare le prestazioni del proprio corpo in ogni istante, funzionale ed efficiente per il business man diviso fra riunioni, meeting e pranzi di lavoro.

Ma non sono poche le idee anche diametralmente opposte: un'innovazione di cui effettivamente non si sentiva il bisogno, perché di fatto non porta nuove funzioni che non siano già coperte dai potenti smartphone o tablet; un ulteriore “ammennicolo” con un bello schermo a led insomma.

E allora, come interfacciarsi a questo oggetto, ultima espressione tecnologica del wearable?

Come spesso accade in questi casi, la verità probabilmente sta nel mezzo.

Perché da un lato è vero, lo smartwatch può rappresentare un valido alleato: l'atleta non ha più necessità di portarsi dietro telefoni o scomodi apparecchi sotto le maglie, basta un orologio per avere un monitoraggio costante di battito, intensità dell'allenamento, distanza percorsa, e così via. Alcuni modelli del brand statunitense Garmin possono fare tutto questo, ed anche di più.

Allo stesso modo può essere utile, durante un riunione particolarmente intensa con il Consiglio d'Amministrazione, poter controllare una mail o un messaggio senza dare troppo nell'occhio e senza perdere di vista la situazione, con un semplice e rapido sguardo al polso.

Ma l'analisi non si può fermare qui. D'altra parte, infatti, qualunque smartwatch reca anche alcuni limiti strutturali evidenti, primo fra tutti la durata della batteria, che difficilmente supera le 20 ore di attività. Ma anche la necessità, per poter fruire di tutte le sue funzionalità, di essere collegato alla rete mediante un'applicazione mobile od un cavo. Per non parlare dell'impermeabilità, aspetto che molti nuovi modelli hanno migliorato drasticamente, ma di certo non ai livelli di un qualunque orologio impermeabile di pari valore.

Già, perché l'alternativa è andare sul buon vecchio orologio analogico. Quello mosso dalle lancette, e da ruotine dentate, perni, bilancieri, molle. Sistemi meccanici, assemblati con una precisione maniacale da professionisti che vantano secoli di tradizioni, in grado di seguirci per anni senza chiedere altro se non essere fatti funzionare a dovere. Siamo convinti che il fascino di un orologio del genere non verrà mai meno.

In tutto questo, poi, è bene ricordare che in alcuni casi non è necessario fare una scelta fra tradizione orologiera ed innovazione tecnologica: è il caso di alcuni illustri brand di alta orologeria, come Mont Blanc, o il neo arrivato in casa Delfino Tag Heuer, in grado di costruire famiglie di orologi smart, sì, ma con il savoir faire di chi crea segnatempo da intere generazioni.

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