STORIA DELL'OROLOGERIA - SECONDA PUNTATA

Nei primi anni del 1700 il governo inglese diede un grosso impulso agli studi su quella che prese il nome di “arte orologiera”, più che altro per aiutare a mantenere la superiorità della propria Marina, allora la migliore del mondo.

 

Per un navigatore, infatti, è semplice individuare il punto nave Nord/Sud (e quindi la Latitudine) guardando le stelle, ma non è altrettanto semplice calcolare la Longitudine, ovvero il punto Est/Ovest. Secoli prima dell'invenzione del GPS, il miglior metodo disponibile consisteva nel combinare l'osservazione del cielo con un calcolo preciso del tempo trascorso dalla partenza: si rese quindi necessario un orologio che rimanesse preciso anche a bordo di una nave. Per tale scopo, la Casa Reale Inglese nel 1714 decretò il Longitude Act, istituendo un premio per la migliore soluzione al problema.

Questa è la ragione per cui il meridiano di Greenwich, sede dell'osservatorio alla periferia di Londra di fronte al quale passavano tutte le navi che affrontavano l'oceano, ha il numero 0, ed è quindi il riferimento per tutti gli altri, da cui l'acronimo GMT che sta per “Greenwich Mean Time”. Vinse il premio l'orologiaio inglese John Harrison che studiò dei metodi ingegnosi per fare funzionare al meglio particolari orologi da scrittoio che vennero da allora chiamati “cronometri da marina”.

 

All'inizio del secolo successivo, lo sviluppo di un altro mezzo di trasporto rese necessario avere orologi portatili precisi: ai primi dell'800 in Europa si stava infatti sviluppando rapidamente la rete ferroviaria, da qui la necessità per i macchinisti di avere orologi da tasca precisi ed affidabili come i grandi orologi delle stazioni.

L'esigenza tecnica non era per niente di poco conto, perché richiedeva allo stesso tempo una miniaturizzazione ed un'affidabilità molto elevata dei movimenti, ma è proprio questa difficoltà pratica fu una delle basi dello sviluppo dell'orologeria svizzera.

Proprio allora, infatti, nelle valli svizzere del Jura si era stabilito un gran numero di artigiani e commercianti francesi, emigrati per motivi religiosi fin dallo scoppio dei primi disordini che avevano portato alla Rivoluzione Francese. Queste valli remote e poco abitate, che per la neve rimanevano isolate per lunghi mesi, furono la culla ideale per la nascita di una vera e propria filiera di piccoli laboratori che studiarono soluzioni meccaniche via via sempre più articolate ed efficienti per gli orologi. I movimenti meccanici moderni derivano direttamente dagli studi di quei piccoli laboratori, nel tempo ingranditi e divenuti i celebri brand che tutti conosciamo.

 

Nessuna sorpresa, quindi, se sentiamo il detto “preciso come un orologio svizzero”, perché la precisione è proprio stata il motore dell'orologeria moderna, che ha trovato in Svizzera, per motivi sociali e politici, la sua patria ideale.

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